Elogio del paratesto: le citazioni all’inizio dei libri

“Ormai mi interessa più il paratesto che il testo” disse una volta un mio collega. E ha proprio ragione, vista l’attenzione che negli ultimi anni hanno avuto i paratesti: da semplici elementi di contorno – in genere funzionali a un unico scopo – sono diventanti elementi dotati di vita propria, e in alcuni casi autentiche forme d’arte.

È successo nel cinema: due esempi su tutti sono i trailer – di cui ho scritto tempo fa – e i titoli di testa – se vi interessa anche solo minimamente la tematica, non perdetevi Art of the Title, un sito web che approfondisce e sviscera nel dettaglio i titoli di testa di film, serie e videogiochi. Ma è successo anche nella letteratura: quarte di copertina, introduzioni, postfazioni, dediche, note, appendici e copertine sono solo alcune delle forme che può assumere il paratesto letterario.

Ora, c’è un tipo di paratesto letterario – ma non solo – che mi ha sempre affascinato tantissimo: le citazioni all’inizio dei libri (tecnicamente credo si chiamino epigrafi, che però suona vagamente lugubre). Credo di non andare molto lontano dalla verità se dico che il mio sogno è quello di pubblicare un libro soltanto per vedere una citazione che lo accompagni (infatti le ho già scelte, state tranquilli). C’è qualcosa di simbolico nel prendere in prestito le parole di altri per introdurre una nuova opera: è come se tirassimo il filo invisibile che lega ogni scrittore a un altro, e ogni libro a un suo simile perso da qualche parte nel tempo e nello spazio. O forse, più semplicemente, fanno molto fico.

Ormai è raro imbattersi in libri privi di citazione iniziale, al punto che non mi stupirei se ci fossero precise logiche editoriali dietro. Io, da parte mia, mi sorprendo sempre a cercarle nelle prime pagine. Nel corso degli anni sono anche diventato esigente: non mi piace quando gli autori si lasciano prendere la mano e ne piazzano a dozzine (Stephen King è uno che tende a esagerare, per esempio), oppure quando ne mettono una all’inizio di ogni capitolo. Ma questo è un problema mio e prima o poi dovrò decidermi a farmi vedere da uno bravo.

Qui di seguito vi propongo alcune delle mie epigrafi preferite (ma quanto è nerd questa frase?). Molto spesso una buona citazione si apprezza appieno solo in correlazione col testo che accompagna. Altre, invece, sono talmente belle che a uno verrebbe voglia di incorniciarle anche da sole. Se ne avete altre, aggiungetele a piacimento nei commenti.

Non è pesce, quello che state comprando: sono vite di uomini
(Sir Walter Scott, L’antiquario)

La tempesta perfetta è un libro non-fiction che racconta varie storie legate a un fenomeno meteorologico di dimensioni epocali verificatosi nel 1991 (ne hanno anche tratto uno dei film che tutti odiano tranne me). La linea narrativa principale ha a che fare con un equipaggio di pescatori che, per salvare la stagione e tornare a casa con il pescato, si spinge troppo in là e finisce nell’occhio del ciclone (letteralmente). Questa è la citazione iniziale del libro: mi ha sempre straziato il cuore.

Alla fine uno si sente incompleto ed è soltanto giovane
(Italo Calvino)

Questa citazione apre Atti osceni in luogo privato di Marco Missiroli, un libro che in realtà non ho letto. La citazione me l’ha fatto scoprire la mia ragazza, cui il libro è piaciuto molto (ha cercato di farmelo leggere, dicendo: “Assomiglia a un film italiano che non vedresti mai”). Epigrafe bellissima in modo assoluto, e dannatamente vera.

L’estinzione è la regola. È la sopravvivenza a costituire l’eccezione
(Carl Sagan, The varieties of scientific experience)

A volte le citazioni più incredibili si trovano nei posti più inaspettati. Prendete Estinzione di James Rollins, libro d’avventura, dodicesimo romanzo della serie Sigma Force. Si parla si biotecnologie, terroristi, antiche teorie e di un mondo sepolto sotto i ghiacci; su tutto, aleggia il fantasma del buon vecchio Charles Darwin. Apri la prima pagina e ti trovi davanti a questa citazione, tratta da un saggio di un astronomo americano. Definitiva.

Perché il sole splende ancora?
Perché gli uccelli continuano a cantare?
Forse non lo sanno
Che il mondo è finito?
(The End of the World)

Questa citazione – presentata in versi così come la leggete – si trova all’inizio de La fine del mondo e il paese delle meraviglie di Murakami Haruki. Per quanto io mi sia sforzato, non ho trovato informazioni sulla fonte originale. Ma c’è una tale delicatezza in queste parole – e un senso di malinconia così inafferrabile – che non posso non amarle.

La vita è come un piatto di chili in un ristorante che non conosci. A volte è speziata e saporita, altre volte sa proprio di merda
(Jim Bob Luke)

Da Bad Chili di Joe R. Lansdale. Serve aggiungere altro?

Alzai la testa. Il mare aperto era sbarrato da un banco di nubi nere, e il quieto corso d’acqua che portava ai confini estremi della terra scorreva cupo sotto un cielo offuscato. Pareva condurre nel cuore di una tenebra immensa.
(Joseph Conrad, Cuore di tenebra)

Non ho saputo resistere, scusate. Quando, nel 2022, ho pubblicato il mio romanzo d’esordio, avevo già in mente da anni quale citazione inserire all’inizio: l’explicit di Cuore di tenebra di Conrard, un pezzo evocativo – quasi musicale – che mi ha colpito sin dal primo momento in cui l’ho incontrato. Mi perdonerete, quindi, se insieme a opere e autori ben più blasonati ho inserito in coda a questo articolo anche il mio romanzo d’avventura Il mondo finisce all’orizzonte.

[Se ti è piaciuto questo post, su un argomento affine c’è anche Elogio del paratesto: le dediche dei libri]

13 pensieri riguardo “Elogio del paratesto: le citazioni all’inizio dei libri

  1. Quella citazione, che anche per me costituisce uno degli aspetti interessanti dei libri, è un’epigrafe; oggi però viene spesso definita un esergo. Sullo slittamento semantico del termine in questione, dalla numismatica all’editoria, puoi trovare qui un’esauriente spiegazione:
    http://www.accademiadellacrusca.it/it/lingua-italiana/consulenza-linguistica/domande-risposte/l-esergo-numismatica-editoria-significato-fo
    Complimenti per il blog!

    1. Grazie per il commento e per il link! In effetti sono stato molto in difficoltà quando ho dovuto individuare il termine per descrivere quella citazione, nessuno sembrava adatto. Ho imparato una cosa nuova 🙂

      1. Preferisco comunque l’epigrafe al paratesto … anche se l’epigrafe evoca l’epitaffio … da lì perché no l’epigraffio ? Da ricordare per chi vuole lasciare il segno.
        Ph.

  2. Immagino che la citazione all’ inizio di La fine del mondo e il paese delle meraviglie sia presa da questa canzone http://www.azlyrics.com/lyrics/ninagordon/theendoftheworld.html

    1. Sembra proprio di sì, in effetti! Grazie per l’indicazione! 🙂

  3. Concordo pienamente, anche io utilizzo molte citazioni ed epigrafi nei miei libri, senza esagerare comunque. Credo che servano per far sentire da dove veniamo e che poggiamo sulle spalle di giganti.

  4. attilio lauria 30 ottobre 2021 — 12:52

    blog interessante! mi ci sono imbattuto per caso in una ricerca sulle dediche di inizio libro… a brevissimo pubblicherò il volume di una call per racconti su foto trovate, e stavo pensando di inserire una foto come epigrafe/esergo al testo della curatela; la cosa rischia di apparire come una ‘trovata’ ad effetto, per cui sono molto in dubbio… la foto è tratta da Blade Runner 2049, Rachel che tiene in braccio Ana (si può vedere qui https://antinomie.it/index.php/2020/06/27/blade-runner-2049-photo-trouvee/), e nelle mie intenzioni il richiamo vorrebbe alludere al parallelo fra le memorie immaginate nei racconti della call, e le false memorie impiantate nei replicanti, entrambe arbitrarie e legate a dei simulacri… troppo nerd?

    1. Wow! Devo dire che non mi è mai capitato di trovare un’immagine in esergo… Sarebbe senza dubbio molto originale
      Grazie per il commento!

Scrivi una risposta a luigicalisi Cancella risposta